Ristorante Melchiò a Furore – Magnifica cucina di mare

Autore: Enrico Malgi / Blog: Luciano Pignataro

Ristorante Melchiò a Furore – Magnifica cucina di mare

Ristorante Melchiò a Furore. La Divina Costiera ha preferito mettersi l’abito invernale: cielo plumbeo e minaccioso, mare mosso, bassa temperatura e tanta pioggia. Nonostante questo, però, il suo proverbiale appeal rimane immutabile, tanto da attirare sempre molti stranieri da tutto il mondo, che si vedono scorrazzare in giro un po’ sorpresi ed abbigliati incredibilmente con pantaloncini corti e sandali ai piedi e muniti soltanto di qualche sporadico impermeabile per ripararsi dalla pioggia battente.

 

 

Oggi ho deciso di fare tappa da Andrea Ferraioli a Furore e poi di recarci a pranzo insieme con sua moglie Marisa Cuomo e l’amico Rosario Di Giacomo al Ristorante Melchiò, per testare i nuovi piatti del giovane chef Vito Piccolo, che ho scoperto l’anno scorso proprio grazie ad Andrea. La visita precedente mi aveva lasciato abbastanza soddisfatto, seppure avevo riscontrato qualche piccola pecca da correggere.

Nel frattempo è stata costruita una minimale e scenografica sala sulla terrazza appena entrati, che guarda il magnifico mare sottostante ed è posizionata proprio di fronte al presepiale abitato di Praiano.

 

 

Vito si destreggia con consumata maestrìa ai fornelli, mentre sua moglie Caterina Cavaliere e sua cognata Linda servono ai tavoli. La cucina è naturalmente segnata dai prodotti del pescoso mare amalfitano e sostenuta anche dai genuini frutti dell’orto di casa.

Per antipasto lo Scampo al cannello, marinata di fave e nocciole di Giffoni. Bene, nel piatto ci sono tutti gli ingredienti giusti per formare un assemblaggio sfizioso, gradevole, fresco, leggero e croccante.

 

 

Ottimo senz’altro anche il piatto seguente di Ventresca di tonno gratinata, insalatina di spinaci e maionese allo zafferano. Pure qui Vito dimostra di avere bene assimilato il concetto di una perfetta miscellanea degli ingredienti, riuscendo a trasmettere sapori e colori, con l’uso sapiente di prodotti di mare e di terra.

 

 

Stupendo il Gamberone rosso nostrano, con fiore di zucca in tempura, farcito con ricotta e zucchine alla scapece. Piatto mediterraneo, molto equilibrato e che nella sua semplice composizione trasmette grande goduria. Un’alchimia di sapori sapientemente dosati.

 

 

Da leccarsi i baffi (ed io per fortuna ce li ho…) e da fare il bis il Raviolo ripieno di ricotta di Agerola, crema di piselli, gamberi grigliati e limone grattugiato. Freschezza, freschezza ed ancora tanta freschezza nel piatto, che fa salivare la bocca. Superba e magistrale esecuzione.

 

 

Riso carnaroli allo zafferano, arancia, punte di asparagi e seppia scottata. Piatto da incorniciare. Riso croccante cotto perfettamente al dente, come ormai si usa finalmente anche qui al Sud. Seppia tenera e gustosa. Gli asparagi esibiscono il loro caratteristico sapore amarognolo, che contrastano la dolcezza della seppia. Qui Vito sa giocare di consistenza e mantenendosi sempre fedele al suo ruolo di apportatore di freschezza, che diventa così il filo conduttore di tutte le sue preparazioni.

 

 

Da manuale la Tagliata di tonno, insalatina di finocchi, asparagi e fagiolini. Cottura perfetta del tonno ed ottima composizione del piatto.

 

 

Ed eccoci arrivati ai dolci, preparati da Linda Cavaliere sorella di Caterina.

Cannolo di sfoglia con crema al limone, Babà al rum su crema inglese al limoncello e subito dopo una deliziosa Bavarese alla nocciola, caramello salato e frutti di bosco. Squisiti, leggeri e deliziosi. Brava davvero Linda nel doppio ruolo di cameriera e di pasticcera. Solitamente a fine pasto cerco di non mangiare dolci, o almeno di assaggiarli il meno possibile. Con questi qui la tentazione è stata troppo forte e non ho potuto resistere, tanto che avrei fatto volentieri il bis.

 

 

Ad accompagnare tutto il pasto Andrea ha pensato bene di portare dalla sua cantina tre eccellenti bottiglie: Rosato Costa d’Amalfi Doc 2018 da Aglianico e Piedirosso e l’immenso Furore Bianco Fiorduva Costa d’Amalfi del 2008 e del 2013 con Fenile, Ripoli e Ginestra. Vini strepitosi. Sui dolci, invece, è stato servito il Passito Mel di Antonio Caggiano con Fiano e Greco. Ottimo senz’altro anche questo vino.

 

 

L’anno scorso, come dicevo all’inizio, sono rimasto abbastanza soddisfatto, questa volta invece devo dire che sono rimasto entusiasta della cucina di Vito, che in poco tempo è riuscito a fare enormi progressi. Mi piace la sua tecnica, la ricerca, la professionalità e l’inventiva con cui prepara raffinati piatti innovativi, ma sempre rispettosi del territorio. Sa calibrare bene gli ingredienti, con un leitmotiv da seguire sempre uguale: la freschezza nel piatto in modo assoluto, sottolineata anche dall’immancabile presenza di un fiore edulo in tutte le proposte. Da Vito si vive un’esperienza sensoriale davvero favolosa, perché sa regalare le giuste emozioni e serenità ad ogni piatto, mettendoci sempre passione e tanto amore. Materie prime stagionali di elevata qualità fanno poi da corollario alle sue curate e precise preparazioni. Tutto questo poi è amplificato dalla stupenda e romantica location sospesa quasi nel vuoto e con vista impareggiabile e poi da un servizio preciso, molto curato ed inappuntabile. Caterina e Linda sono due persone accoglienti, semplici, sorridenti, cordiali e simpatiche. Cantina discretamente fornita con ricarichi dei vini al giusto prezzo. Peccato soltanto per il poco spazio disponibile, che penalizza soprattutto chi vorrebbe godere di questo piccolo Paradiso e non può. Basta comunque prenotare ed un posto ci esce sempre di sicuro. Provate!

 

Autore: Enrico Malgi

Luciano Pignataro